Se provate a googlare il suo nome su internet, rimarrete impressionati dal numero di risultati.
Virgil Abloh può vantare una pagina personale su Wikipedia, una mostra in suo onore (Figures of Speech Giugno-Settembre 2019 Chicago), e collaborazioni con artisti del calibro di Takashi Murakami e Kanye West.
Incluso dal Time tra le 100 persone più influenti al mondo, ha già all’attivo innumerevoli collaborazioni con marchi come Nike, Rimowa, Ikea, Moet&Chandon – per citarne alcuni.
Eclettico creativo e imprenditore, originario di Rockford, Illinois, Abloh è la mente di Off-White, il brand di streetwear di lusso definito da Vogue come il marchio più popolare dell’anno – superando colossi come Gucci e Balenciaga.
Tutta la sua vita è su Instagram, gira il mondo sul suo aereo privato, tra mostre, eventi e serate nei club più esclusivi. Si perché Abloh non è soltanto architetto e designer, ma anche un dj di fama mondiale e le sue serate sono subito sold out.
Nominato da poco direttore creativo di Louis Vuitton Uomo, col suo approccio spontaneo ed anticonformista, sta trasformando il panorama della moda e del lusso, tanto da essere stato inserito tra i Bof 500, ovvero la classifica di coloro che hanno un ruolo importante e significativo nel fashion system.
Artista poliedrico, filantropo e imprenditore, Abloh sta ridefinendo il sistema moda, rimettendo in discussione la figura del direttore creativo:”Non c’è più l’obbligo di fare un mestiere soltanto”, dichiara, ma per lui la moda diventa il risultato di una costante contaminazione tra diversi settori: dall’arte alla musica, dall’architettura alla pubblicità.
Ben venga che personaggi come Abloh arrivino a sconvolgere gli equilibri di un settore che, altrimenti, rimarrebbe ancorato a dinamiche statiche e gerarchie limitanti, dove è sempre più difficile superare logiche di mercato che a lungo andare rischiano di svuotarne il significato.