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L’APPELLO DI FEDERMODA SICILIA AL GOVERNO: MADE IN SICILY E MONDO RETAIL IN GINOCCHIO

La crisi scaturita dal Covid 19 sta mettendo a dura prova tutti i settori del Made in Italy, dal mondo della cosmesi al settore della moda. Il Made in Sicily e il mondo della moda retailer sono in ginocchio. Le associazioni provinciali della Sicilia di Federmoda Confcommercio ribadiscono dunque l’urgenza di misure d’emergenza a supporto delle aziende del settore.

Federmoda Sicilia si rivolge al presidente della Regione Musumeci per chiedere immediati provvedimenti che possano servire a tamponare una situazione insostenibile.

“Non è possibile che il comparto della moda e dell’abbigliamento non sia stato inserito dal decreto “Cura Italia” tra quelli meritevoli di tutela, sebbene sappiamo che saranno varate ulteriori misure a sostegno dell’economia”.
“Basta confrontare i fatturati dello scorso anno con quelli di quest’anno per rendersi conto che le perdite sono prossime al 100%. Considerato che i provvedimenti restrittivi saranno ulteriormente prorogati, possiamo dire che l’intera stagione primavera – estate è ormai compromessa. Le aziende del settore sono in ginocchio, sarà difficile ripartire e garantire i livelli occupazionali. Faremo appello al Governo regionale affinché ci aiuti a evitare il disastro di un settore nevralgico dell’economia regionale che con la sua professionalità rappresenta un fiore all’occhiello della nostra isola. Anche il made in Sicily della moda rischia di subire un colpo mortale”.

Patrizia Di Dio

“Il Governo della regione – spiega Patrizia Di Dio, vicepresidente nazionale di Federmoda – non può non tenere conto della nostra situazione, considerato che il mondo del “retail” in Sicilia muove fatturati superiori al miliardo di euro ogni anno: tutta la merce nei nostri punti vendita e nei magazzini perderà gran parte del suo valore ed è fondamentale prevedere un risarcimento sulla base dimostrabile delle giacenze in azienda e della perdita del loro valore commerciale. I fatturati si sono azzerati ma finora nessuno ha pensato di azzerare le tasse regionali e locali che rappresentano una ulteriore beffa per chi non ha potuto nemmeno aprire i propri negozi”.

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