Aiutiamo a salvare gli animali della Sfattoria degli Ultimi: “Elettroshock per i nostri maiali, cinghiali e cuccioli. Aiutateci a salvarli”
Questa volta non parliamo di make-up o di skincare ma di un luogo bellissimo ricco di simpatici animali che rischia di diventare un luogo di tragedia a causa della cattiveria dell’uomo. Noi de IlGiornaledellaBellezza.it amanti della bellezza a 360° pensiamo che la Bellezza sia anche in tutto ciò che ci circonda, come la natura e gli animali! Ecco perché vogliamo raccontarvi di un’azione veramente indegna che vede come protagonisti gli innocenti esseri viventi della “Sfattoria degli Ultimi”di Roma.
Siamo sempre alle solite! È facile prendere una decisione sbagliata quando si tratta di animali. La notizia inverosimile che gira in questi giorni sul web è l’abbattimento dei maiali e cinghiali, tra cui 2 cuccioli di poche settimane, della “Sfattoria degli Ultimi” associazione, che salva e cura i maiali e i cinghiali maltrattati, disabili o recuperati per le vie di Roma e che in nessun modo vengono destinati alla macellazione.
La Asl Roma 1, l’8 agosto ha notificato l’avviso di abbattimento alla Sfattoria. Si tratta di un’azione prevista dalle misure per il contrasto alla peste suina: la sede dell’associazione, infatti, ricade proprio all’interno della zona rossa.
Ma se gli animali sono sani ci chiediamo perché commettere questa atrocità!!!
“I nostri animali – spiega Paola Samaritani, che lavora alla Sfattoria insieme ad altre 50 persone, sono iscritti nella banca dati nazionale come ‘Pet’, cioè animali di affezione e sono tra l’altro tutti microchippati. I nostri animali sono sanissimi e tutti regolarmente vaccinati come previsto dalla legge. Abbiamo inoltre adottato misure di biosicurezza stringenti: accessi su calce, doppie recinzioni, utilizzo di calzari e tute per l’ingresso in stalla”. Ora il rischio è che le autorità possano venire in qualunque momento e abbattere gli animali con l’elettroshock. Questo renderebbe vano il nostro tentativo di opporci a questa decisione assurda e crudele davanti al Tar del Lazio”.
A lottare per la causa ci sono anche la Lav e l’Oipa: “Il diffondersi, assai limitato, della peste suina africana, una malattia virale che colpisce i suini domestici e selvatici, non si trasmette all’uomo e dunque non sussiste alcun pericolo per la salute umana – spiega il presidente dell’Oipa Massimo Comparotto – Ci chiediamo dunque perché l’azienda sanitaria abbia preso questa tragica decisione. E, se necessario, lo chiederemo anche nelle aule giudiziarie”.
Con questo articolo vogliamo solamente dare il nostro contributo a diffondere la notizia per fermare questa ingiustizia che ancora una volta vede come protagonista animali innocenti.