Il Giornale della Bellezza

Intervista a Ricky Splendor – La voce che adatta le hit internazionali in emozioni italiane

C’è una magia particolare nel modo in cui Enrico Covilli alias Ricky Splendor riesce a trasformare le grandi hit internazionali in autentiche emozioni italiane. La sua voce, calda e intensa, non si limita a reinterpretare: traduce, adatta, reinventa. È un ponte tra mondi musicali, un artista capace di far vibrare le parole straniere con la stessa forza e delicatezza della lingua italiana.

Diventato un vero fenomeno sui social, Ricky ha conquistato migliaia di followers grazie alla sua capacità di mantenere intatta l’anima dei brani originali, donando loro una nuova vita, più vicina al cuore del pubblico italiano. Con il suo gruppo Ciao64, porta avanti un progetto musicale che unisce passione, creatività e un profondo amore per la musica, dimostrando che la bellezza può davvero parlare tutte le lingue, purché lo faccia con sincerità.

Accoglie questa intervista con entusiasmo e gratitudine, salutando con il suo inconfondibile sorriso:
“Ciao a tutti gli amici de Il Giornale della Bellezza e grazie mille a Daniela per l’invito, per me è un vero piacere!”

L’intervista

Ricky, come è nata l’idea di adattare in italiano le grandi hit internazionali e condividerle sui social?

Ricky Splendor:
L’idea risale a più di vent’anni fa! In realtà fu più una necessità perché la scuola di musica per la quale insegnavo tecnica vocale, aveva deciso di portare in scena per il Saggio di fine anno, uno spettacolo ispirato al musical “Chicago” che ha canzoni (ovviamente in inglese) che sono necessarie al fine della comprensione della storia e dal momento che la tecnologia, allora, non permetteva facilmente di avere dei sottotitoli in tempo reale in un live, mi lanciai nell’adattamento in italiano dei testi, non pensando minimamente che il risultato potesse essere accettabile… beh, in realtà l’entusiasmo fu tale che gli anni successivi mi affidarono anche “cats”, “mamma mia!”, “moulin rouge” e “The greatest showman”!

Come riesci a mantenere viva l’essenza del brano originale pur rendendolo “italiano”?

Ricky Splendor:
Mi piace emozionarmi. Se quando canto non riesco a provare emozione, non riesco nemmeno a trasmetterla. Per questo cerco soluzioni alternative alla traduzione letterale e infatti ci tengo sempre tantissimo a sottolineare che i miei sono adattamenti, non traduzioni vere e proprie ovvero, cerco di mantenere il più possibile invariato il significato originale del testo con frasi diverse, spesso spostate di posizione o talvolta addirittura omesse se non necessarie al testo italiano. Mi piace fare il possibile per ritrovare gli stessi suoni delle frasi inglesi e questo mi porta a mettere anche in italiano la stessa grinta e passione.

I social ti hanno dato grande visibilità: quanto contano oggi per un artista e come gestisci il rapporto diretto con il tuo pubblico online?

Ricky Splendor:
Io credo che i social possano essere un palco meraviglioso e appagante ma bisogna essere pronti e preparati a ricevere critiche non sempre costruttive. Io sono fortunato perché l’esperienza che ho accumulato in 30 anni circa di rapporto diretto col pubblico mi ha insegnato molto e mi ha fatto capire davvero chi sono come artista e persona quindi riesco a essere felice e appagato per il grandissimo e inaspettato sostegno del pubblico che in questi anni non mi aveva mai visto e che mi ha conosciuto sui social per la prima volta: è stata ed è tuttora un’emozione unica! Ci sono però anche le persone che non vogliono fare critiche negative e costruttive, che sono sacrosante e sempre molto ben accette, ma che vogliono solamente sfogare la propria ira e frustrazione usando gli artisti come puntaspilli… ecco, bisogna sempre trovare la motivazione per ignorarli e sebbene sia spesso difficile, è sempre raccomandabile farlo per non alimentare l’odio. Io dico sempre che, in fin dei conti, quando un contenuto non piace basta soltanto passare oltre e non interagire e l’algoritmo dei social penserà a non riproporre più quel tipo di contenuti all’utente… chi invece si sofferma ad insultare vuol dire che non ha un buon rapporto con se stesso perché potrebbe davvero farne a meno.
Io amo le persone che mi seguono e rispondo sempre a tutti anche solo con un like perché sono grato ogni giorno per l’affetto che mi dimostrano!

Parlaci del tuo gruppo musicale CIAO64

Ricky Splendor:
Questo è un argomento che mi sta davvero a cuore perché condivido questo progetto con la mia da sempre collaboratrice e amica Daniela de Marchi (cantautrice e producer) e con il
talentuoso Marco “paZ” Stoppazzini (musicista e produttore).
Il progetto è nato quest’anno per la voglia di far rivivere il sound e il mood dei gloriosi anni’80 perché nonostante sia passato molto tempo, sono più attuali che mai e abbiamo capito che oltre all’effetto nostalgia, hanno anche l’effetto novità nel fondere insieme brani inediti e stili vintage.
Abbiamo da poco pubblicato il secondo singolo “driving in the dark” disponibile su tutte le piattaforme dì streaming e, piccolo spoiler, siamo già in produzione con un nuovo brano che
uscirà prestissimo … e… presto sarà Natale!!! Non aggiungo altro.

Raccontaci idea, retroscena, emozioni del nuovo singolo “Driving in the dark”. 

Ricky Splendor:
È stato un fulmine a ciel sereno, realizzato in una settimana circa!
Un connubio di idee e di emozioni perché nel momento stesso in cui abbiamo messo insieme suoni e voci, non abbiamo avuto dubbi su nulla, era tutto perfetto, rispecchiava esattamente l’energia che abbiamo dentro da sempre e la voglia di far sentire la nostra
voce.
Credo sia stato il brano con il quale abbiamo delineato pienamente la nostra identità musicale e con il quale abbiamo alimentato nuovamente il nostro entusiasmo di fare e di dire
qualcosa: “Driving in the Dark” è un viaggio notturno attraverso i ricordi da cui cerchiamo di fuggire, ma che continuano a inseguirci ovunque andiamo. Il brano racconta quella corsa
solitaria nel buio in cui, al volante, proviamo a staccarci da una presenza che non riusciamo a lasciar andare, che sia un amore finito o qualcuno che non c’è più.

Un artista autentico, capace di unire tecnica e cuore, tradizione e innovazione. Ricky non si limita a cantare: racconta, emoziona, costruisce ponti tra culture e generazioni. La sua voce è un invito a riscoprire la musica come linguaggio universale, dove ogni parola, in qualsiasi lingua, può diventare pura emozione.

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